I lavoratori nel settore dei rifiuti in Italia

In Italia, la raccolta dei rifiuti solidi urbani (RSU), settore tipicamente anche detto “capital intensive”, ha avuto nel corso degli ultimi decenni alcuni cambiamenti significativi che hanno portato ad una forte crescita occupazionale e ad un miglioramento della qualità del lavoro a causa principalmente di un forte sviluppo tecnologico e organizzativo._x000d_ Questo rapporto di ricerca vuole offrire dapprima una panoramica del settore della raccolta dei RSU ed successivamente fornire un approfondimento sulla tematica della qualità del lavoro e di vita in tale settore. Tale ricerca è stata condotta effettuando interviste agli stakeholder (sindacalisti), ai manager e lavoratori di alcune delle principali aziende italiane che gestiscono la raccolta dei RSU._x000d_ I lavoratori a tempo indeterminato nella raccolta RSU presentano un diffuso livello di soddisfazione verso il proprio lavoro, soprattutto per quanto concerne i lavoratori con basse qualifiche lavorative. I contratti e i salari che vengono negoziati a livello nazionale hanno lo scopo di garantire la protezione dei lavoratori dipendenti. Le occupazioni risultano essere, nella maggioranza dei casi, sicure, quindi con bassa probabilità di licenziamento, ed in grado di assicurare una costante stabilità economica. Queste caratteristiche del lavoro compensano le seguenti altre criticità e negative condizioni lavorative: lavoro ad elevato sforzo fisico, rischi per la salute e per la sicurezza (i.e. ferite da lavoro, infezioni, disturbi gastrointestinali, rischi legati agli incidenti stradali, ecc…), limitate prospettive di carriera e basse aspirazioni professionali, carenza di canali di influenza sulle decisioni operative di lavoro delle aziende. La possibilità di aver un certo (seppur limitato) grado di autonomia durante il proprio turno lavorativo e il bilanciamento tra lavoro e vita privata vengono però valutati in modo positivo dai lavoratori dipendenti._x000d_ I rischi per la salute sono più elevati per gli operatori (in particolare, per gli autisti) che lavorano nelle aree critiche del Sud Italia dove il problema della crisi delle discariche, ad esempio, costringe a lavorare in precarie condizioni di igiene. Tale gruppo di lavoratori, perciò, può essere classificato come “vulnerabile”. Anche i lavoratori a tempo determinato sono da considerarsi vulnerabili poiché non hanno una sicurezza del lavoro e subiscono elevati rischi di reddito. Altri gruppi esposti ai rischi di reddito sono le madri single, gli immigrati, i capi famiglia di famiglie numerose, i lavoratori vecchi e quelli non qualificati. Non si sono riscontrati invece problemi di discriminazione per il lavoro femminile che invece risulta essere in forte crescita negli ultimi anni.

Condividi: 
Share: