Skill mismatch

I temi della ricerca. La teoria economica suggerisce che la deregolamentazione del mercato del lavoro è un fattore chiave dal punto di vista della competitività, della crescita, e dell’occupazione. Intuitivamente, se le imprese sono libere di assumere e licenziare a costi ridotti, esse potranno incrementare la qualità media degli abbinamenti tra posti di lavoro e lavoratori, spostarsi verso specializzazioni più promettenti, aumentare produttività e profitti, e per questa via far crescere la competitività dell’intero sistema economico, il suo potenziale di crescita e quindi la sua performance occupazionale. Sulla base di tutto ciò, la ‘flessibilità’ è diventata il marchio di fabbrica delle politiche del lavoro attuate in pressoché tutti i paesi OCSE negli ultimi decenni. Un passaggio chiave di questo modo di ragionare risiede nell’ipotesi (largamente non dimostrata) che il ricambio dei lavoratori sui posti di lavoro abbia un effetto positivo sulla qualità degli abbinamenti. Si tratta di una questione empirica rispetto alla quale il Centro Europeo per lo Sviluppo della Formazione Professionale (Cedefop, 2009) ha individuato cinque priorità: (i) il miglioramento delle misure delle competenze e del loro abbinamento tra domanda e offerta di lavoro; (ii) l’analisi della persistenza dello skill mismatch e delle sue conseguenze; (iii) il miglioramento della comprensione dei processi che originano mismatch, delle sue dinamiche e delle sue conseguenze; (iv) l’approfondimento dei problemi che investono in maniera specifica i lavoratori marginali; (v) la messa a disposizione di banche dati ed il loro utilizzo. LABOR è attivo su questo vasto tema e intende proporre una misura innovativa di mismatch, in grado di tenere conto della complessa dinamica che governa il processo di formazione, deterioramento e aggiornamento del capitale umano sul mercato del lavoro, ben oltre la semplice scolarizzazione o – come è stato recentemente proposto – l’accumulazione di competenze generiche in termini di alfabetizzazione e capacità di calcolo. Ciò richiede un utilizzo innovativo delle banche dati longitudinali che uniscono informazioni sui lavoratori e sulle imprese nelle quali lavorano, un aspetto sul quale LABOR vanta un’esperienza pluriennale. A sua volta, ciò rappresenta un passo intermedio nella direzione di identificare l’effetto che le riforme sulla legislazione a protezione dell’impiego hanno sulla qualità degli abbinamenti tra lavoratori e posti di lavoro.

Gruppo di ricerca. Fabio Berton, Francesco Devicienti e Matteo Richiardi.

Finanziamenti. Il progetto è finanziato, per il periodo da luglio 2015 a giugno 2017, da Università di Torino e Compagnia di Sanpaolo, nel contesto della linea per ‘Excellent Young PIs’.