Il LABORatorio è stato intitolato a Riccardo Revelli per onorarne la memoria fino dalla sua creazione.
Riccardo ci ha lasciati appena cinquantenne, dopo essere stato per molti anni la persona di riferimento di molti amici e colleghi, per la sua intelligenza, la sua cultura, l’onestà intellettuale e la sua straordinaria generosità nei confronti dei collaboratori, a cui trasmetteva idee e spunti di riflessione che molti altri ricercatori avrebbero conservato e utilizzato per sé.
Tutti gli studi intrapresi al LABORatorio fino dalla sua nascita, molti ancora in corso, ne hanno conservato l’impronta e l’ispirazione. E’ stata sua ancora negli anni Ottanta l’idea di trasformare dati di fonte amministrativa per costruire basi di micro-dati allora inesistenti per la ricerca scientifica: un’impresa straordinariamente innovativa anche sotto il profilo disciplinare. A Riccardo è stato conferito il Premio Saint Vincent Economia 1993 per “Imprese, occupazione e retribuzioni al microscopio” (scritto con Bruno Contini), giudicato il migliore libro italiano di economia del 1992.
Riccardo non aveva avuto nessuna posizione accademica fino all’anno precedente la sua fine. Ha sempre lavorato in una piccola ma oltremodo vivace cooperativa di ricerca torinese, R&P Ricerche e Progetti, rifiutando anche una posizione di direttore di ricerca all’ISTAT perché non riteneva che questa gli avrebbe consentito di mantenere la sua indipendenza di pensiero. Ma il riconoscimento unanime dei suoi contributi scientifici da parte di autorevoli colleghi lo aveva convinto a partecipare a un concorso di professore associato, e – fatto praticamente inedito nel mondo accademico dove gli outsiders sono quasi sempre esclusi – ne era uscito vincitore.
Riccardo è rimasto nel cuore e nel ricordo di chi lo ha conosciuto e ha avuto la fortuna di lavorare con lui, e conserva ora nel lavoro quotidiano i suoi insegnamenti preziosi.